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Furti e sabotaggi a danno dell’azienda

Sottrazioni di beni e veri e propri sabotaggi sono eventi più diffusi di quanto possiamo pensare e rischiano di provocare danni incalcolabili per un’azienda, sia a livello lavorativo sia dal punto di vista patrimoniale e di reputazione.

Furti in azienda: cosa fare per dimostrarli?

I casi di dipendenti o collaboratori infedeli che si appropriano del patrimonio aziendale possono interessare la zona del magazzino in cui vengono custodite fisicamente le merci, ma anche uffici e, persino, scrivanie.

Quando si sospetta un’attività illecita sarebbe bene intervenire con un approccio “su misura” alla tipologia di furto aziendale, così da raccogliere le prove nel modo giusto e senza incappare in comportamenti lesivi della privacy come, ad esempio, l’installazione non autorizzata di videocamere che invaliderebbe i dati raccolti.

Ricordiamo, inoltre, che sono da considerare furti anche quelli che riguardano i segreti commerciali e che si manifestano tramite episodi di concorrenza sleale, non solo quando il dipendente ha già lasciato l’azienda, ma anche quando è ancora nel suo organico e si impossessa di materiali “sensibili” per rivenderli a concorrenti o costituire una nuova società.

La sottrazione di beni aziendali (di qualunque tipo siano) è, ovviamente, un fatto molto grave e rientra tra le possibilità previste per il licenziamento per giusta causa. Con la sentenza n. 8816 dell’aprile 2017, la Corte di cassazione ha ribadito che anche un furto più “lieve” dal punto di vista economico lede il rapporto di fiducia tra imprenditore e dipendente/socio/collaboratore e, di conseguenza, può portare all’interruzione del rapporto.

L’onere della prova che il furto sia avvenuto spetta al datore di lavoro che può avvalersi di un’agenzia investigativa per individuare le modalità più efficaci per tenere sotto controllo il dipendente sospetto e raccogliere prove concrete e producibili in giudizio per far valere i propri diritti.

Che cosa fare in caso di sabotaggio aziendale?

Sapevate che il termine sabotaggio risale ai tempi della rivoluzione industriale e nasce in Francia? Gli operai oppressi dai nuovi telai a motore (o quelli che avevano perso il posto proprio a causa della nuova tecnologia) utilizzavano i loro pesanti zoccoli in legno – i sabot – per colpire i macchinari e cercare di fermare la produzione.

Oggi, il sabotaggio industriale si è fatto molto più raffinato, ma mira sempre a impedire (o a rallentare) il normale svolgimento del lavoro all’interno di un’azienda attraverso gesti “fisici” come la manomissione della linea produttiva, ma anche comportamenti “immateriali” tra cui la sottrazione di dati aziendali da PC o server o il danneggiamento delle reti informatiche.

Si considera sabotaggio anche il caso in cui un dipendente decida di sottrarre materie prime o prodotti finiti con lo scopo di rivenderli in modo illecito ai concorrenti, soprattutto se il fine è quello di arrecare un danno alla produzione.

Come nel caso dei furti, anche per questa problematica il datore di lavoro può difendersi facendo ricorso a un’agenzia investigativa, che svolgerà un’azione di antisabotaggio necessaria a tutelare il buon nome dell’azienda e il lavoro dei dipendenti seri e motivati, che potrebbero vedere i propri sforzi vanificati da un collega disonesto.

I detective di Milano Investigazioni operano in maniera discreta e professionale in Lombardia e nelle regioni limitrofe per indagini aziendali tese a dimostrare attività illecite come spionaggio e sabotaggio, ottenendo le prove necessarie nel massimo rispetto delle normative.