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Lo shopping compulsivo e l’addebito della separazione

Lo shopping compulsivo e l’addebito della separazione

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Lo shopping compulsivo e l’addebito della separazione

Non solo le malattie mentali in senso stretto, ma anche psicosi, nevrosi o disturbi compulsivi riconosciuti, come lo shopping compulsivo, possono essere tra le cause che fanno addebitare la separazione ad uno dei coniugi, con relativo mancato diritto ad incassare un eventuale assegno di mantenimento. Così si è pronunciata infatti la Corte di Cassazione lo scorso 11 novembre 2013, sentenza n. 25843: al terzo grado di giudizio, la corte ha riconosciuto nello shopping compulsivo della moglie, accertato dalle perizie tecniche e collegato alla sottrazione di quantità ingenti di denaro “familiare”, una causa valida per addebitare alla stessa e non al marito la separazione e togliere a lei il diritto ad incassare l’assegno di mantenimento.