Registra le telefonate tra i figli minori e madre ed ex moglie: è reato
La Cassazione ha condannato un padre che aveva registrato le telefonate tra i figli minori, che gli erano affidati, e la madre, sua ex moglie. L’uomo si è difeso sostenendo che i figli non sono semplicemente “altre persone”, ma che, specialmente in quanto minori, sono sottoposte alla sua sorveglianza, che è anzi, suo diritto e dovere.
Secondo questa visione, non possono esprimere un loro diritto alla riservatezza. In più l’uomo sostiene di aver informato la ex moglie che avrebbe messo in atto questo comportamento. La Corte ha dichiarato non giustificabile la condotta del padre proprio in quanto “intrusione illecita nella sfera di riservatezza del minore” circoscrivendo la possibilità di una tale interferenza solo a specifiche circostanze da valutare caso per caso e comunque sempre nell’interesse del minore e non del genitore. Il fatto inoltre che la ex moglie fosse informata dell’intenzione dell’uomo non equivale al fatto che lei sapesse di essere intercettata mentre conversava con i figli, cosa che configura nuovamente il comportamento come reato