Si è svolto a Milano il convegno intitolato “Poteri di controllo del datore di lavoro e investigazioni digitali” organizzato dall’AGAM – Associazione Giovani Avvocati Milano e dedicato alle importanti modifiche che sono state introdotte dal Jobs Act (art. 23 del decreto legislativo n. 151/2015).
Se prima della riforma, infatti, l’utilizzo di apparecchiature per controllare a distanza i propri lavoratori era vietato o comunque subordinato a un accordo con le organizzazioni sindacali, con il Jobs Act la situazione si modifica, soprattutto per quanto riguarda l’esercizio di un controllo a distanza effettuato su quegli strumenti utilizzati dal lavoratore per svolgere la propria attività, ma anche sui badge che hanno il compito di rilevare presenze e orari di entrata e uscita. Conoscere i limiti della normativa è importante sia per il datore di lavoro – così da spingerlo ad agire all’interno della legalità – sia per le agenzie investigative come Milano Investigazioni, che a Milano svolgono investigazioni aziendali e indagini per il controllo dipendenti, per attestare anche situazioni di utilizzo illecito di beni aziendali.
E proprio per questa ragione, i relatori del convegno sono intervenuti per spiegare ai presenti in maniera dettagliata i cambiamenti effettivi che le agenzie investigative si sono trovate ad affrontare con le nuove regole introdotte da Jobs Act.