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Legittimo l’uso di telecamere sul posto di lavoro per provare furti dei dipendenti

Legittimo l’uso di telecamere sul posto di lavoro per provare furti dei dipendenti

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Legittimo l’uso di telecamere sul posto di lavoro per provare furti dei dipendenti

In presenza di comportamenti illeciti come il furto o l’appropriazione indebita, il datore di lavoro ha il diritto di installare telecamere e sistemi di videosorveglianza per accertarli e denunciarli. La Cassazione lo ha deciso con sentenza 2890 del gennaio 2015, rigettando il ricorso presentato dalla dipendente di un supermercato che tratteneva per sé le somme pagate dei clienti e condannata in primo grado per furto, poi riqualificato in appropriazione indebita aggravata. La lavoratrice sosteneva che le videoregistrazioni dovessero essere considerate inutilizzabili, perché in violazione degli articoli 4 e 38 dello “Statuto dei lavoratori”, legge 300/1970. La corte ha invece riconosciuto il pieno diritto del datore di lavoro all’uso delle videoregistrazioni anche in ambito processuale: egli ha infatti agito in tutela del patrimonio aziendale, mettendo in atto un “controllo difensivo” volto non a violare la riservatezza dei dipendenti, ma a documentare e denunciare un illecito, di cui erano prova gli ammanchi e mancati profitti che si verificavano da tempo nell’azienda stessa.