L’abuso dei permessi per la legge 104 e il licenziamento per giusta causa
15-03-2022
La legge 104/92 è una legge molto importante per la tutela dei disabili, poiché prevede una serie di prestazioni sanitarie e sociali che coinvolgono anche i parenti, che beneficiano anche di appositi permessi retribuiti come previsto dall’articolo 33.
In caso di lavoratori dipendenti che prestino assistenza a un familiare disabile, essi potranno scegliere (se possibile) la sede di lavoro più vicina al domicilio e non è prevista per loro la possibilità di trasferimento. A poter utilizzare i permessi sono coniugi, parenti e affini entro il 2° grado (in alcune circostanze i permessi si estendono fino al 3°) ed è possibile cumulare i permessi qualora la stessa persona assista più familiari disabili contemporanemante.
Quali attività di assistenza rientrano nei permessi previsti dalla legge 104?
L’assistenza non è obbligatoriamente in presenza, ma può comprendere anche una serie di attività che migliorino le condizioni di vita della persona portatrice di handicap come portarla al lavoro o a una visita medica, oltre ad occuparsi di una serie di incombenze. Tra di esse rientra anche andare a fare la spesa, come nel controverso caso di un dipendente di una società palermitana che avrebbe dovuto accudire il cognato disabile, ma sarebbe invece uscito a comprare gelati per sé e la propria famiglia.
L’abuso dei permessi per la legge 104 è stato scoperto da un investigatore privato incaricato dall’azienda insospettita dal comportamento dell’uomo e ne ha permesso il licenziamento. Dalle indagini è emerso, infatti, che il dipendente era uscito durante la giornata per recarsi non solo al supermercato, ma anche in un’autofficina, mentre in un’altra circostanza aveva revocato il permesso, comunicando all’azienda di essere malato. L’investigatore privato, però, aveva seguito l’uomo che era uscito di casa, sorprendendolo in due punti vendita diversi ad acquistare dei gelati prima di ritornare alla propria abitazione.
Durante la difesa davanti al giudice, il dipendente aveva provato a giustificare questi spostamenti come incombenze svolte per aiutare il disabile e motivando il proprio allontanamento da casa durante il giorno di malattia come l’esigenza di acquistare beni di prima necessità.
L’abuso dei permessi e l’assenteismo ingiustificato
Dopo aver ascoltato anche la testimonianza del parente disabile, il giudice ha espresso una serie di dubbi sull’operato del dipendente, definendo come del tutto anomalo il fatto che avendo avuto tutto il tempo, l’uomo non avesse consegnato la spesa al cognato, avvalorando la tesi di Almaviva (datore di lavoro dell’uomo), secondo la quale “queste attività avrebbero avuto più una finalità personale che assistenziale”.
Per questo motivo ha dichiarato che i comportamenti esaminati in aula “configurano un evidente abuso dei permessi previsti dalla legge 104″ poiché l’uomo, anziché recarsi a casa del disabile per prestargli l’aiuto previsto, ha svolto attività che erano solo in parte riconducibili alle esigenze assistenziali per le quali i permessi vengono concessi.
Grazie alla relazione dell’investigatore privato, l’azienda ha licenziato il dipendente perché è stato leso in maniera grave il rapporto fiduciario con il lavoratore che avrebbe “agito con piena coscienza e volontà, fruendo dei permessi non per assistere il cognato bensì per espletare altre attività o anche solo riposare”. Per questo, il licenziamento per giusta causa di Almaviva è stato giudicato legittimo, condannando l’ex dipendente, che nel frattempo aveva fatto ricorso, al pagamento delle spese processuali.
Se anche voi sospettate che un vostro dipendente abusi dei permessi della legge 104, oppure sia protagonista di episodi di assenteismo ingiustificato per malattia o infortunio, i detective di Milano Investigazioni possono svolgere le necessarie indagini investigative nel rispetto assoluto della legge così da utilizzare le prove raccolte nelle appropriate sedi di giudizio e procedere, eventualmente, con il licenziamento per giusta causa.