Che cos’è il licenziamento per giusta causa?
Tramite il licenziamento, l’azienda mette fine in maniera unilaterale al rapporto di lavoro che la lega a uno o più dipendenti. Nello specifico, il licenziamento per giusta causa viene disciplinato dall’articolo 2119 del codice civile in cui si dice che: “Ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto prima della scadenza del termine, se il contratto è a tempo determinato, o senza preavviso, se il contratto è a tempo indeterminato, qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto.”
Questa tipologia di licenziamento avviene, di solito, a causa di comportamenti così gravi che, oltre a compromettere il rapporto di fiducia con il datore di lavoro, rendono qualsiasi altra sanzione insufficiente a tutelare l’interesse dell’azienda. Tra le ragioni che possono portare a un licenziamento per giusta causa ci sono:
- Assenze ingiustificate e ripetuti ritardi sul posto di lavoro;
- Furto di beni aziendali;
- Azioni criminose al di fuori del rapporto lavorativo, ma che compromettono la fiducia nei confronti del dipendente;
- Attività svolte per un altro datore di lavoro in quei periodi coperti da indennità di malattia;
- Minacce o percosse;
- Falsa timbratura del cartellino;
- Uso scorretto dei permessi per ex legge 104/92;
Si tratta solo di alcune delle possibilità e, per tutelarsi al meglio, l’imprenditore dovrà dimostrare i fatti raccogliendo le prove nel modo giusto, perché solo così potrà impiegarle con successo durante la procedura di licenziamento.
Le indagini svolte da detective privati sono legittime nel caso di licenziamento per giusta causa?
Proprio perché la raccolta delle prove è ben più complessa di quanto si pensi, molti imprenditori scelgono di svolgere indagini aziendali con il supporto di un investigatore privato. In molti casi questa azione viene messa in discussione dal dipendente infedele che lamenta presunte violazioni della privacy, ma esistono numerosi precedenti sanciti dalla Corte di cassazione che ne assicurano la legittimità.
Ad esempio, con la sentenza n. 25674 del 4/12/2014, la Cassazione ha rigettato il ricorso di una dipendente licenziata per giusta causa in seguito ad alcuni furti di denaro avvenuti tramite la mancata registrazione delle vendite (e, di conseguenza, degli incassi).
Riguardo al caso, già la Corte di appello aveva richiamato l’attenzione sulla legittimità dei controlli effettuati dal datore di lavoro per mezzo di investigatori privati, poiché diretti a verificare illeciti riguardanti il patrimonio aziendale. La Cassazione non ha fatto altro che ribadire questo concetto, spiegando che l’imprenditore ha il diritto di rivolgersi a soggetti terzi purché essi non “sconfinino” durante le indagini sull’attività lavorativa vera e propria, ma si occupino esclusivamente di accertare il sospetto dell’illecito in questione.
La Corte è tornata a pronunciarsi sull’argomento alcuni anni più tardi, con la sentenza n. 30547 del 28/10/2021, in cui la legittimità del ricorso a un investigatore privato viene ribadita ancora una volta. In questo caso si trattava di un datore di lavoro che aveva fatto pedinare un dipendente infedele da un detective per verificare la falsa malattia. Dalle indagini, infatti, era emerso con chiarezza che le condizioni di salute dell’uomo erano compatibili con l’attività lavorativa e, proprio questo particolare, ha portato alla possibilità di richiedere il licenziamento per giusta causa.
I detective di Milano Investigazioni sono pronti a intervenire con rapidità e discrezione, garantendo l’assoluta riservatezza delle indagini aziendali e la raccolta delle prove in maniera professionale per smascherare eventuali comportamenti illeciti dei vostri dipendenti per evitare brutte sorprese durante la causa di licenziamento.