In un momento di grave difficoltà economica, l’azienda è tenuta a impegnarsi nell’attività di recupero crediti dai propri debitori, allo scopo di prevenire il fallimento. Altrimenti chi la amministra può essere accusato di bancarotta fraudolenta patrimoniale. La Quinta sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n.40901 del 18 ottobre 2012 ha, infatti, considerato come concausa di un fallimento anche la mancata attivazione dell’amministratore nel recupero dei crediti insoluti.